Come sostituire i prodotti usa e getta con quelli ecosostenibili

2023-01-05 16:31:52 By : Ms. Angela Chen

Ci sono tanti piccoli gesti quotidiani che possono essere rivisti in un’ottica più sostenibile, senza fare maggior fatica o spendere più denaro. Per esempio, molti dei prodotti di bellezza e igiene monouso, che impieghiamo tutti i giorni, si possono sostituire con alternative ecosostenibili, lavabili e riutilizzabili. Dai dischetti struccanti agli assorbenti, ecco la versione “green” di alcuni accessori per la cura del corpo di uso comune!

L’ecologismo è oramai entrato nelle nostre case in diverse forme: dall’uso di buste della spesa biodegradabili alla raccolta differenziata, dalla scelta di luci LED all’acquisto di elettrodomestici di classi energetiche sempre più performanti. Sono tante le abitudini che abbiamo modificato per contribuire ad un mondo più pulito (anche grazie a normative europee che indirizzano verso opzioni più consapevoli). Gli attivisti e le attiviste per l’ecologia ci tengono sempre a precisare che la vera responsabilità dell’inquinamento poggia sulle spalle delle grandi aziende, delle industrie, degli stati, a cui si chiedono cambiamenti drastici e tangibili. Tuttavia ogni singolo individuo può dare il proprio contributo alla causa: per quanto piccolo sia, se moltiplicato per milioni di persone un impatto ci sarà, e anche piuttosto grande, foss’anche solo per il messaggio che manda alle aziende. Scegliere prodotti ecosostenibili rispetto ad altri più inquinanti abbassa la nostra personale impronta ambientale, e comunica alle aziende che i consumi si stanno orientando verso la sostenibilità.

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Non tutte le scelte ecosostenibili sono impegnative da mettere in pratica, o dispendiose: a volte si tratta semplicemente di cambiare piccole cose, gesti quotidiani. Per esempio, possiamo iniziare a ridurre i nostri rifiuti plastici limitando l’uso di articoli monouso, e sostituendoli con alternative riutilizzabili o compostabili. Perché? Perché i prodotti usa e getta hanno un alto impatto ambientale: si tratta di rifiuti di derivazione plastica, generalmente non riciclabili. E la plastica, oramai è tristemente noto, è la nemica numero uno degli ecosistemi marini. Da tempo le associazioni ambientaliste chiedono che si riduca la produzione di accessori in plastica monouso, ed effettivamente a partire da luglio 2021 l’Unione Europea ha introdotto nuove norme che limitano alcuni prodotti (principalmente posate, piatti, bicchieri, cannucce), ma anche noi nel nostro piccolo possiamo adoperarci per sostituire tutto ciò che è usa e getta con la sua versione più ecologista. Cominciamo dal bagno e dall’area dedicata alla bellezza e all’igiene: per quanti e quali accessori usa e getta esistono le alternative riutilizzabili? Sono comode? Sono economiche? Vediamolo.

I classici dischetti di ovatta sono compostabili solo se composti di cotone al 100% (in ogni caso, occorre sempre verificare le disposizioni del proprio comune), ma una volta che vengono utilizzati per rimuovere il trucco o spalmare prodotti cosmetici devono per forza finire nell’indifferenziata. Lo stesso vale per le salviette struccanti. L’alternativa? I dischetti in tessuto: in commercio se ne trovano di diversi materiali, ma stanno avendo un grande successo quelli in fibra di bambù, particolarmente morbidi e versatili. Si impiegano come un normale dischetto struccante, dopo ogni utilizzo si risciacquano e si lasciano asciugare. Se necessario, si possono lavare con un po’ di detergente delicato, mentre ogni tanto si possono mettere in lavatrice assieme ai vestiti. Altrimenti, si possono impiegare anche salviette in tessuto, appositi guanti, panni pensati per lo stesso scopo. Si tratta di prodotti morbidi e molto efficaci nel rimuovere le impurità e si possono anche acquistare leggermente ruvidi per esercitare un leggero scrub – non più di una volta alla settimana. È vero, il loro acquisto in primo luogo ha un costo superiore ai dischetti usa e getta, ma si tratta comunque di una cifra assolutamente contenuta (circa 10 euro per 15 dischetti, per intenderci) e soprattutto di una spesa che si fa una volta sola, e poi ci si ripensa dopo anni.

Solitamente lo spazzolino da denti va cambiato ogni tre mesi, e anche meno nel caso di setole molto consumate. Perché buttare un pezzo di plastica ogni tre mesi (fate il calcolo sul lungo termine: nell’arco di una vita si tratta di oltre 300 pezzi), quando potremmo trovare un modo di riutilizzarlo? Esistono da tempo in commercio spazzolini la cui testina è intercambiabile, e che permettono di buttare solo la parte con le setole mantenendo lo stesso manico. In alternativa, esistono spazzolini in legno, materiale decisamente più eco-friendly, che alcune aziende dotano di addirittura di setole compostabili. Cercate bene, anche in questo frangente, le alternative esistono e non sono affatto difficili da trovare, né particolarmente dispendiose.

Nell’ottica di ridurre i rifiuti e dire addio al monouso, per quanto riguarda i prodotti di igiene e cosmesi è importante puntare su packaging riciclabili (e possibilmente provenienti da riciclo), oppure sullo sfuso e sul ricaricabile. Esistono ormai diversi cosmetici che prevedono il refill, sia nel mondo del make-up che dei profumi, e diversi prodotti per l’igiene, come detergenti e shampoo, che offrono l’opzione ricarica. Occorre recarsi nei negozi specializzati in prodotti ecologici per acquistarli, ma vale davvero la pena, anche perché il prodotto sfuso è spesso più conveniente di quello con il packaging. In alternativa, per quanto riguarda saponi e shampoo è possibile puntare sui prodotti solidi: si tratta di detergenti privi di acqua, in pratica delle saponette, che consentono di eliminare completamente la plastica.

C’è molta diffidenza nei confronti degli assorbenti lavabili, ma è tempo di scardinare qualche pregiudizio. Innanzitutto, cosa sono? Si tratta di assorbenti veri e propri, disponibili in diverse lunghezze e spessori a seconda delle esigenze personali, realizzati in morbide fibre tessili (anche in questo caso è spesso il bambù il materiale prediletto). Le “ali” si richiudono con un semplice bottoncino a clip. In alternativa, esistono delle mutande che hanno l’assorbente già integrato, e si indossano come un comune slip. La diffidenza viene innanzitutto dalla praticità: assorbono davvero? La risposta è sì, moltissimo. La tenuta è garantita per diverse ore, anche otto se il flusso è moderato. La sensazione addosso è gradevole? Ancora una volta, la risposta è sì. Al tatto il tessuto è morbidissimo, non crea alcuna irritazione o attrito con la pelle (al contrario di quello che spesso accade con gli assorbenti classici), e la sensazione di asciutto perdura per molte ore. Una volta utilizzati si possono risciacquare sotto l’acqua corrente – asciugano molto rapidamente - e poi mettere in lavatrice o lavare a mano alla fine delle mestruazioni. Con tre assorbenti lavabili si copre tranquillamente il fabbisogno di una mestruazione poco abbondante, con cinque si va sul sicuro anche in caso di flussi cospicui. Anche in questo caso, la spesa iniziale può sembrare alta, ma se consideriamo che durano anni è facile capire che si compensa velocemente. È vero, hanno dei limiti, come ad esempio il fatto che se ci si trova a dover cambiare l’assorbente riutilizzabile in un luogo pubblico, o al lavoro, occorre essere munite di un sacchettino ermetico per riporlo poi in borsa. Tuttavia la durata della loro assorbenza è talmente lunga che, salvo in caso di flussi particolarmente abbondanti, generalmente si può trascorrere un’intera giornata senza bisogno di cambi, soprattutto se ci si trova al secondo, terzo, quarto giorno del ciclo. Ovviamente, si può alternare con l’uso di un normale tampone o assorbente compostabile (per rimanere in tema di sostenibilità) in caso di situazioni dove siano più pratici. Il mondo delle alternative agli assorbenti non può non contemplare la coppetta mestruale. Si tratta di una coppetta morbida, spesso in silicone, che si inserisce all’interno della vagina come un normale tampone. Raccoglie il flusso (anche in questo caso ne esistono di diverse taglie in base all’anatomia e all’abbondanza della mestruazione) in modo del tutto mess-free, si rimane pulite e asciutte per diverse ore. Ad ogni cambio, si svuota e si lava, per poi essere reinserita, mentre alla fine della mestruazione si procede ad un lavaggio più intensivo – di solito con acqua bollente ma seguite le istruzioni d’uso specifiche. Qualcuna trova complicato l’inserimento le prime volte, ma si tratta solo di far pratica: generalmente chi la usa non torna più indietro.