Cosa mettere sulla pelle del neonato? I consigli degli esperti - BimbiSanieBelli.it

2023-01-05 16:20:04 By : Mr. Andy Xie

La pelle rappresenta la prima barriera protettiva del corpo, ma nel neonato è ancora molto fragile e indifesa. Ecco come proteggerla al meglio

La pelle è molto più di un tessuto che avvolge tutto il corpo. È un vero e proprio organo protettivo che interagisce con l’ambiente esterno, respira e traspira. È a contatto con tessuti, prodotti detergenti e germi. Ecco perché è essenziale che sia sana e integra: solo così può continuare a svolgere la sua funzione di difesa. Ciò vale soprattutto per la pelle del neonato e del bambino piccolo, che hanno una cute più sottile e delicata rispetto a quella degli adulti, e perciò facilmente aggredibile dagli agenti esterni, compresi i prodotti per l’igiene. Per questa ragione, gli esperti dell’ospedale Niguarda di Milano hanno messo a punto un decalogo per spiegare ai genitori cosa è giusto fare e che cosa invece si deve evitare.

Innanzitutto va detto che la pelle del neonato, quando è sana (ossia non soggetta a irritazioni e arrossamenti), non richiede in genere l’uso di prodotti specifici, come creme idratanti, pomate, oli. È sufficiente tenerla pulita con detergenti specifici per la prima infanzia che rispettino il pH e preservino l’equilibrio del film idrolipidico. I prodotti non necessari rappresentano un’aggiunta inutile che può addirittura favorire irritazioni e allergie.

Per il neonato e bambino fino ai due anni di età sono da preferire i prodotti per l’igiene studiati appositamente per loro e frutto di numerosi test e controlli accurati. Proprio per questo sono più sicuri sulla pelle delicata, facilmente soggetta a reazioni allergiche e a irritazioni. Saponi, detergenti e altri prodotti per gli adulti – anche se in formulazione delicata – non sono adatti per i piccoli perché possono contenere alcol e profumi.

Non è vero che i lavaggi frequenti impoveriscono la pelle dei neonati. Se effettuati nel modo corretto, anzi, apportano molti benefici. La sola acqua con l’aggiunta di un cucchiaino di detergente oleoso non disidrata la cute, aiuta il bimbo a rilassarsi, combatte il nervosismo e predispone al sonno notturno. Inoltre, elimina i residui di inquinamento, gli allergeni, le tracce di sudore e di urina. Quindi, un bagnetto con acqua tiepida di dieci-quindici minuti è indicato anche tutti i giorni. Le sostanze tensioattive aiutano a sciogliere meglio lo sporco e il grasso che si accumulano sulla pelle. Tuttavia, non vanno usate sui neonati e i bambini piccoli, la cui cute delicata e sottile va detersa solo con prodotti privi di tensioattivi per non impoverire il sottile film idrolipidico. Per l’igiene dei più piccoli, quindi, è meglio utilizzare un detergente oleoso privo di sostanze schiumogene.

In caso di pelle secca, gli esperti dell’ospedale Bambino Gesù suggeriscono di applicare una piccola quantità di crema idratante specifica per bambini per ricostituire il film idrolipidico. Le zone più a rischio di secchezza sono gomiti, ginocchia, braccia e gambe. Le creme idratanti consentono di equilibrare la barriera cutanea e danno sollievo al prurito, causato proprio dalla secchezza. In ogni caso, non pensare che naturale sia sempre sicuro: molto spesso questi prodotti, in particolare gli oli per l’idratazione del corpo, non sono testati sulla pelle dei bambini. Alcuni possono alterare la barriera cutanea e causare follicoliti e irritazioni.

È bene evitare l’uso eccessivo di creme o paste emollienti come quelle all’ossido di zinco per la zona del pannolino. Per anni si è consigliato di utilizzare questo prodotto per difendere la pelle. Gli esperti, però, oggi sostengono che applicarne strati spessi su una pelle sana e a ogni cambio può contribuire alla macerazione della cute stessa perché blocca la traspirazione, favorendo irritazioni e complicanze infettive.

Quanto alle salviette umidificate, sono pratiche, profumate e detergono bene la pelle, ma per l’igiene quotidiana dei genitali del bebè è meglio utilizzare l’acqua o detergenti senza risciacquo. Se utilizzate troppo spesso, infatti, le salviettine possono risultare irritanti. È meglio, quindi, limitarne l’utilizzo a quando non si ha a disposizione l’acqua corrente.

La pelle del neonato è spesso soggetta a dermatiti, concentrate soprattutto nell’area del pannolino a causa dell’ambiente umido che si crea a contatto con feci e urina. Le dermatiti si dividono in irritative, infettive e allergiche (dermatiti atopiche). – Irritative si manifestano in genere sulle zone convesse dei genitali, ossia le grandi labbra nelle femmine e i testicoli e il pene nei maschi. Sono spesso causate dal contatto con urine e feci, quando il pannolino non viene cambiato con sufficiente frequenza. Possono anche essere causate dall’utilizzo eccessivo e non necessario di creme emollienti. – Infettive sono una complicanza di quelle irritative e spesso sono causate da un fungo, la Candida albicans, che vive normalmente sulla pelle e di solito non crea problemi, ma se prolifera può determinare la formazione di chiazze arrossate su tutta l’area del pannolino. – Allergiche sono reazioni infiammatorie della pelle: causano arrossamento, prurito e la formazione di croste che tendono a desquamare. Sono determinate da un insieme di fattori: di base esiste una predisposizione genetica scatenata dal contatto con sostanze irritanti, come prodotti aggressivi o indumenti ruvidi.

Alcuni prodotti – talvolta anche molto utilizzati dagli adulti – possono rivelarsi nocivi per la pelle delicata del neonato. Per questo gli esperti dell’ospedale Bambino Gesù raccomandano di non applicare creme medicali o disinfettanti senza avere prima chiesto al pediatra. In caso di urgenze si può sempre telefonare a servizi sull’utilizzo dei farmaci, come quelli offerti dai principali ospedali pediatrici e dal Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute (CIFS) dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. È importante, infatti, rivolgersi sempre al pediatra prima di applicare qualsiasi prodotto in presenza di una manifestazione cutanea, anche apparentemente banale. Solo il medico, infatti, può capire di quale disturbo si tratti e prescrivere il trattamento adatto. La dermatite atopica, per esempio, è cosa ben diversa dall’eritema da pannolino: in entrambi i casi occorrono prodotti specifici, che solo il pediatra può indicare.

Seguire una terapia antitrombotica è più che utile, quando ve ne è indicazione: è, infatti, l'unica strategia in grado di evitare gravissimi rischi per il feto.  »

Se la tosse tende a persistere per oltre dieci giorni, diventa necessario farsi auscultare bronchi e polmoni dal medico, perché potrebbe (potrebbe!) essere opportuno il ricorso all'antibiotico. C'è poi una tisana che può realmente rivelarsi d'aiuto per limitare gli accessi.   »

Nel terzo trimestre di gravidanza è ancora possibile effettuare il trattamento utile in caso di mamma RH negativo e padre RH positivo, che viene somministrato tramite iniezione.   »

In gravidanza la tosse deve essere assolutamente controllata, perché gli accessi possono provocare contrazioni dell'utero. Le cure fortunatamente ci sono e possono essere seguite senza rischi.   »

Posto che è il ginecologo curante a dover decidere l'intervallo di tempo tra un pap test e l'altro, in base al risultato ottenuto l'ultima volta che è stato effettuato, in generale non occorre farlo in gravidanza, se sono passati meno di tre anni dall'ultimo.   »